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lunedì 13 novembre 2017

LA GRELLIATA MISTA #3


 SANPRECARIO VOLLEY           1   

MOJITO VOLLEY TEAM           3 

09.11.2017


“Perdere sempre, perdere meglio”.

La sdrammatizza così a fine partita il buon Dario, l’uomo che sussurrava ai contatori. E’ innegabile che tornare a casa con la terza sconfitta in altrettante partite ci faccia bruciare un po’ il culo, soprattutto quando riusciamo ad esprimere del buon volley, tuttavia è altrettanto innegabile che se al suddetto alterniamo generose fasi di tafazzismo la strada diventi giocoforza in salita. Sono treni che ci passano davanti e che dobbiamo esser lesti a prendere, treni come quello da cui stamattina è disceso un ex premier che diceva “Shish”. Verrebbe quasi da scrivere “E’ kolpa di Renzih!!1!11!” in un impeto di leonismo da tastiera, ma non siam mica qui a pentastellare le barbabietole.

 


Ma riavvolgiamo il nastro di qualche ora. Arrivo in leggero ritardo in palestra causa traffico e già presagisco il peggio. Al mio arrivo in spogliatoio il dramma si palesa di fronte ai miei occhi in tutta la sua brutalità: qualcuno (il cui nome inizia per “E” e finisce per “fremBrunetti”) mi ha subdolamente depredato dell’amata maglia #11, mi tocca vestire il tendaggio taglia XXXXL. 
E come se non bastasse ho mal di testa. Sembra l’incipit di una noiosa vita coniugale, io che torno a casa da lavoro e l’avvenente moglie/volley che mi sussurra “Amore, facciamolo” al quale replico con uno scontatissimo “Stasera no, ho mal di testa”. Il solo pensiero mi fa rabbrividire, per cui mi armo di buona volontà e faccio il riscaldamento insieme agli altri.

Oggi ci presentiamo con Capitan Franci, Valeria, Fede Baldan, Silvia, Teresa, Matilde, Riki, Michele Boscagli, Dario, Efrem, Pasquale, Matteo Tagliati e D’Ettorre, più il sottoscritto. Hilary si apposta sotto la postazione dell’egregio e arma la reflex. Si parte!


A questo punto i miei affezionati quattro lettori diranno “Ok, questo è il momento in cui buttate il primo set e poi risorgete nel secondo e blablabla...”E invece no, saputelli! Sorprendentemente approcciamo la partita con la dovuta concentrazione. Per buona parte del set sale in cattedra Fede Baldan: la nostra trottolina amorosa e du du da da da è particolarmente ispirata, corre, si tuffa, serve palloni col contagiro, infila una decina di servizi e smadonna pure con una certa classe. La squadra le gira intorno e ci portiamo in cospicuo vantaggio, le varie bocche di fuoco Valeria-Efrem-Boscagli-D’Ettorre-Matilde fanno il loro dovere. Si denota ancora una certa tendenza agli errori evitabili, non riusciamo a dare la zampata definitiva e infatti il Mojito lentamente si risveglia e accorcia le distanze fino a riprenderci. Basti dire che ci ritroviamo sul 24 pari, dove ci si gioca tutto nell’arco di due miseri punti. Un paio di nostri errori mettono fine al primo frangente, 26-24 per loro. Peccato.

Il passivo risicato non ci induce in allarmismi, in fondo ci sta perdere un set per pochi punti, l’importante è essere presenti nel gioco e battagliare. Pacche d’incoraggiamento, sguardi di intesa, dai che si può fare! Poi qualcuno azzarda un “ANDIAMO A RIMONTARE!” sulle note della famosa canzone (di merda) del famoso personaggio (di merda) che di cognome fa rima con “cagacazzi” e gli dèi della musica, in mancanza di intervento da parte di quelli del volley, decidono di punirci con un set di inenarrabile bruttezza e vergogna, in cui si salvano solo i cori dei supporter precari accorsi alla spicciolata. Per comodità diremo che il set è finito TANTO A POCO per loro.


Nell’intervallo, sacrificato un capretto per placare l’ira degli altissimi, decidiamo di affidarci alla tecnica del “Momento del riscatto nei film anni ‘80”. Parte quindi un lungo montaggio dei migliori momenti del set in cui si vede chiaramente la nostra crescita emotiva e sportiva. Fotografia sbarluccicante e pacchiana, sorrisi e cinque alti, rallenty a manetta con gente che urla “NNNNUUUUUOOOOOOO!” tuffandosi sui palloni, il tutto sottolineato da una canzone di speranza e sacrificio, che ne so, una There’s No Easy Way Out di Robert Tepper. Ah, la magia dei film che mi faccio in testa! Comunque è tutto vero, terzo set vinto e siamo sul 2-1!

La ritrovata vittoria ci infonde coraggio e speranza, in fondo quante rimonte abbiamo visto nella storia dello sport?! L’importante è essere presenti nel gioco e battagliare, testa bassa e pochi fronzoli. Pacche d’incoraggiamento, sguardi di intesa, dai che si può fare! Poi qualcuno azzarda un “PASITO A PASITO, SANPRE, SANPRECITO” sulle note della famosa canzone (di merda) del famoso personaggio (di merda) che di cognome fa rima con “stronsi” e gli dèi della musica, sempre in mancanza di intervento da parte di quelli del volley che evidentemente hanno gusti musicali discutibili, decidono di punirci ancor più duramente con un set più equilibrato, nella quale manteniamo la speranza di rimonta, ma che ci vede soccombere alla fine. 3-1 per il Mojito, andiamo a farci la doccia valà.

Siamo così, dolcemente complicati. Gioisci e ti incazzi, ridi e piangi, poi entri in doccia e ti ritrovi ad assistere ad un simposio sulle “sbrise” e tutto passa.
E quando a fine terzo tempo senti nell'aria il grido "VINOOOO!" allora hai la certezza che è passatoa e un altro giorno è alle porte.
Sì, abbiamo perso ancora. Sì, continuo a pensare che ci sbloccheremo e torneremo a fare quello che più ci piace, giocare e divertirci, magari ANCHE vincendo.

In fondo non è forse l’attesa della vittoria essa stessa la vittoria?

Chi ama lo sport odia il razzismo
Adelante Precari!


Bez La Grellia

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