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mercoledì 5 ottobre 2016

"NON CHIEDERE SCUSA A ME, CHIEDI SCUSA AL SIGNORE!"

Borgoforte è la trasferta più lunga di stagione. 40 chilometri verso Sud. Cartura, Conselve, Bagnoli, Anguillara. Odore di Rovigo. Estate ed inverno in lotta sulle distese dei campi. La campagna veneta è immobile. La attraversiamo stipati in autocarri d'epoca. Il rischio storico della trasferta lunga è legato alle abitudini dei precari in viaggio.  Un ora in macchine da 5 può pesare sui corpi come una notte nelle peggiori balere del Caucaso. L’arrivo al campo di facce disumanate non è un segnale lieto. Caffè, miele, ceffoni e freddo ci aiutano a ritornare su questo pianeta. Mister Selmani fiuta l’aria a colpi di ciccone preparando il discorso pre partita. Affianco passeggia teso il prode signor Boscolo che ha ricevuto i permessi dal ministero per accompagnare la squadra in panchina.
15.30 squadre schierate. Sguardi tesi. Pugni chiusi. Mani sorprese dal fischio d’inizio a massagiar culi e maroni. Poi la sfera si muove. Il fuori scompare. Borgoforte - San Precario è cominciata!


Viste le dimensioni del campo e la densità di calciatori per m/q più che a calcio oggi si gioca a pallaguerra. Da centro vediamo la sfera migrare da un parte all'altra del rettangolo senza mai farsi sfiorare. Ringhia e grugniti accompagnano la ricerca dello spiraglio giusto. 15’ calcio d’ango dell’arcangelo Stefanino arriva pennellato sul dischetto del rigore. Magister Oba allunga il collo ed infila la rete dell’ 1 a 0. Il gol lo carica. Lo vedo solcare il campo come magister Thomas solcava le terre di Germania. E’ sempre lui al 22’ a guadagnarsi il calcio di rigore poi trasformato per il 2 a 0 SanPre e la doppietta personale.  Il Borgoforte reagisce. Spider Frank già barcolla pronto a superarsi in interventi prodigiosi. Al 25' è proprio lui a salvar la porta con la punta delle dita. Al 27' tocca all'ariete Pilla piazzato saggiamente sulla linea. Al 35' allentiamo l'assalto ripartiamo in contropiede e segniamo il terzo gol. La sigla è del conte Esposito. Il timbro tradisce la sua classe. Il primo finisce 3 a 0. Minimo degli sforzi massimo del risultato. Non è da noi!


Si riparte con il Borgoforte all’arrembaggio. Si stringe la difesa. Si alzano le ali. Si accentrano le punte. Ma il gioco non vale la candela. Zizza e Yaya, Carmine e Leo garantiscono quel mix di mercato e cattiveria che risulta insuperabile. Reggiamo bene. Nel frattempo Oba spacca il naso a Stefanino in amicizia. Libra manovra e colleziona tibiate. Vigio e Gigi entrano a colmare la stanchezza che ci avvolge. Quello che ci vuole è il quarto gol. Arriva dopo una manovra corale da applausi. Il culmine è il cross del conte ed il tiro in contro balzo di Franchecco che si infila sotto l’incrocio. Sul 4 a 0 ti senti sicuro. Quasi dimentichi d’essere nato precario

Nel giro di 5 minuti prendiamo due gol e perdiamo per la strada il conte Esposito cacciato dal campetto per bestemmia. Si son sprecati più improperi in sta partita che nella intera storia dell’eresia italiana, ma quello del conte non passa le grinfie dell’egregio. Il rosso del suo cartello, indubbiamente ispirato al cappellino di Carafa, spacca in due il cielo. Di nuovo in dieci sul 4 a 2 per noi.
Fortuna manca poco. Stringiamo i cordoni. Proviamo a placare la follia che ci cresce dentro quando l’ossigeno non regge la fatica. Contiamo i minuti mentre l'ansia ci assale. E’ di 2 il recupero concesso. Fisicamente impossibile pigliarsi due berrette in 120 secondi. E mi vien voglia di aspettare con la testa nascosta dentro il fango. Non si può. Lottare ancora, come una squadra, fino a che il triplice fischio non pone fine alle ostilità.


E’ fatta. Espugnata Borgoforte. Conquistata la prima vittoria di questo campionato. E gli abbracci si sprecano e i sudori si mischiano. Ci stringiamo per mano e corriam come poppanti in braccio ai mitici supporters. Loro che han sfidato le distanze per sostenere la squadra con lo stile anomalo che ci portiamo appresso. Senza un insulto. Senza cadute di stile. Con l'ironia a fare da compagna. La nostra madre terra.

Poco da aggiungere. Oltre ai volti distesi di mister e secondo. Di Pres e first lady. Della mitica Maci. Oltre all'epilogo del bisticcio fra Conte ed egregio:" 

- " Mi scusi signor arbitro non volevo offenderla"
- " Non chiedere scusa a me, chiedi scusa al signore!"

Poi Via. Nemmeno il tempo di un saluto agli amici del Borgoforte per la piacevole accoglienza ricevuta e già si gira pagina che sto mondo non ti da il tempo di fermarti. Allora avanti precari verso la prossima domenica di questa decima stagione. Verso la prossima giornata del calcio che ci piace!

 Hate Racism - Love SanPre!


Immagini: Marta e LaCla
Testo: Uarbo






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